Fisher Space Pen

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Alla continua ricerca di migliorare l’inchiostro delle penne a sfera, Paul C.Fisher ( un giovane americano specializzato nella produzione di cuscinetti a sfera impiegati nei motori dei bombardieri utilizzati nel corso della seconda guerra mondiale) non poteva immaginare che un giorno una sua penna avrebbe soccorso gli astronauti della prima missione umana sulla Luna….
1945 – Con la fine della guerra Paul Fisher, che assisteva al naturale declino della sua azienda, su richiesta di una importante azienda che stava sviluppando una penna a sfera, si applicò al miglioramento del componente principale: la sfera. In effetti la penna a sfera di allora risentiva di parecchi difetti: spesso l’inchiostro fuoriusciva dalla punta con un flusso troppo abbondante, altre volte invece non usciva affatto, altre ancora seccava nella cartuccia.
1950 – Paul Fisher si applica con dedizione al problema e scopre che inserendo dll’azoto, un gas inerte, all’interno della cartuccia, l’inchiostro arriva alla sfera quale che sia la posizione della penna. In più grazie ad un micro sistema di valvole posto sulla punta della cartuccia, il flusso dell’inchiostro viene perfettamente regolato.
1960 – La corsa alla conquista dello Spazio è cominciata e Paul Fisher si interroga su come potrebbe reagire la sua innovativa di inchiostro alle condizioni estreme dello spazio cosmico. La possibilità di scrivere nel freddo più intenso fino a -34’ C e nel caldo più torrido fino a +121’ C, così come con qualsiasi inclinazione, hanno fatto,delle sue penne uno strumento davvero utile sulla Terra, ma come funzioneranno nello Spazio? Fino ad allora le prime missioni spaziali umane americane e russe hanno utilizzato le comuni matite, ma capitava che le mine si rompessero, costituendo perciò un potenziale rischio dato dal fatto che i detriti si trovavano a galleggiare nell’atmosfera senza gravità della capsula. Avrebbero potuto entrare in un occhio o nel naso di un astronauta o causare un corto circuito in un’apparecchiatura elettrica.
Paul Fisher contatta la NASA, che accetta di testare la sua penna. Nell’ottobre del 1968, dopo 18 mesi di test rigorosissimi effettuati dalla NASA, la Fisher viene selezionata e entra a far parte del corredo degli astronauti della missione Apollo VII. Il successo fu tale che la penna venne ribattezzata “Space Pen” e accompagnerà anche gli astronauti che andranno sulla Luna.